Pronostici sovvertiti e promesse mancate, storie da tramandare ai posteri, favole, imprese che restano scolpite nelle pietre: come quelle datate 1976, 1992 o 2004 e targate Cecoslovacchia, Danimarca, Grecia. La rivolta delle ‘Cenerentole’ del calcio ha mietuto vittime illustri in Europa. Alcuni nomi? Germania (due volte in finale), Portogallo e Olanda. Non squadre qualsiasi, vere e proprie corazzate del calcio, formazioni solide e blasonate, che allineavano fior di campioni.
   Il caso del 1976 è emblematico. La fase finale dell’Europeo si gioca nella ex Jugoslavia, con la formula che prevede le semifinali e le finali. Il poker di squadre destinato a giocarsi il titolo è formato dai padroni di casa, Cecoslovacchia, Olanda e Germania Ovest, con queste ultime due che, un paio di anni prima, si erano contese a Monaco di Baviera il titolo mondiale.
   Ma accade l’imponderabile perché, se i tedeschi superano la semifinale proprio contro la Jugoslavia, l’Olanda viene schiaffeggiata (3-1 ai supplementari) clamorosamente dai cecoslovacchi. Chi avrebbe potuto prevederlo? In finale, Viktor, Pivarnik, Ondrus, Panenka e compagni trascinano la Germania Ovest di Beckenbauer e compagni – che è campione del mondo in carica – fino ai rigori; poi, la beffa. La ceduta degli dei fa rumore. Anzi, riscrive la storia.
   Che si ripete nel 1992, in Svezia, dove vince un’altra outsider: la Danimarca. Le modalità del trionfo degli scandinavi sono davvero singolari: la Danimarca è inserita nel girone di qualificazione con la Jugoslavia che, l’anno prima, grazie alla Stella Rossa Belgrado, hanno conquistato la Champions nella finale del San Nicola di Bari. Tuttavia, una guerra crudele devasta Bosnia e Croazia, portando allo sfaldamento della Jugoslavia e della ‘sua’ Nazionale, alla quale vengono a mancare Croazia, Slovenia, Macedonia e Bosnia. In breve perde il diritto di essere rappresentata in una rassegna sportiva dedicata a quell’Europa nella quale dimostra di non saper vivere, né convivere. Vengono così ripescati i danesi, i cui giocatori già avevano raggiunto con le famiglie i luoghi di vacanza.
   La squadra di Richard Moeller-Nielsen pareggia all’esordio con l’Inghilterra, perde il derby contro la Svezia padrona di casa, ma batte la Francia e si qualifica per la semifinale contro l’Olanda di Van Basten che, nei rigori, si fa ipnotizzare da Peter Schmeichel e sbaglia dagli 11 metri il tiro decisivo.
   Danesi in finale contro la Germania, che attacca e viene colpita in contropiede dal duo Jensen-Vilfort. Il trionfo danese è servito, davanti agli occhi del popolo svedese incredulo e ammirato.
   Nel 2004 l’impresa è della Grecia che, in Portogallo, va oltre i propri limiti, eliminando nei quarti i campioni in carica della Francia e in semifinale la Repubblica Ceca, che punta a rinverdire i fasti del 1976, quando ancora era un tutt’uno con la Slovacchia: 1-0 nei quarti, 1-0 in semifinale e 1-0 in finale contro il Portogallo padrone di casa, che schiera Rui Costa, Luis Figo e un giovane Cristiano Ronaldo, che esce dal campo in lacrime dopo avere giocato un tempo. Si rifarà nel 2016, in Francia.Â
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