MILANO – Nella nuova stagione della Scala ci sono 13 titoli d’opera di cui nove nuove produzioni e una attenzione particolare alla danza con sette programmi di balletto (uno solo, Onegin, con Roberto Bolle). Nove allestimenti nuovi sono “forse troppi – ha ammesso alla presentazione il sovrintendente Dominique Meyer – ma questo deriva dal fatto che abbiamo dovuto spostare tante cose in programma” durante i mesi di pandemia. L’effetto del Covid dunque si sentirà in qualche modo anche nel prossimo anno del teatro milanese che però “non è mai stato fermo” come ha rivendicato il sindaco Giuseppe Sala che ne è presidente.
A dimostrare che l’attività è continuata sono tante novità : la fibra per lo streaming di tutti gli spettacoli, gli schermi che permettono agli spettatori di avere i sottotitoli delle opere in otto lingue, una stagione di concerti da camera degli ensemble scaligeri, un ciclo di recital pianistici (con artisti come Daniil Trifonov, Lang Lang e Daniel Barenboim che tornerà anche a dirigere la Staatskapelle di Berlino e la West-Eastern Divan), e poi ancora opere e concerti per bambini. Ma anche novità nel costo di biglietti e abbonamenti che diventano più light, con prezzi che si abbassano nei palchi per chi si siede dietro e nelle file laterali di platea alle opere, e l’introduzione del palco di famiglia, dove adulti che pagano a prezzo pieno possono portare under 18 a 15 euro l’uno.
Nuovo è anche il direttore del coro, Alberto Malazzi al posto di Bruno Casoni (applaudito in sala, come caloroso è stato l’applauso al ricordo di Carla Fracci fatto dal direttore del ballo Manuel Legris). Prima della nuova stagione ci sarà comunque una intensa attività in autunno con cinque titoli di opera e un balletto (con Bolle). Si tratta dell’Italiana in Algeri, Il turco in Italia e il Barbiere di Siviglia, quest’ultimo nuova produzione con Riccardo Chailly sul podio e il debutto alla Scala del regista Leo Moscato, a cui seguono L’elisir d’amore e La Calisto di Cavalli. Mentre è una prima assoluta Madina, creazione musicale e coreografica di Fabio Vacchi e Mauro Bigonzetti in cui si esibirà Bolle. Si arriva poi all’inaugurazione del 7 dicembre affidata a una squadra collaudata quella di Chailly e il regista Davide Livermore, che sono al quarto Sant’Ambrogio consecutivo. Con loro un cast di stelle che include Anna Netrebko, Luca Salsi, Francesco Meli e Ildar Abdrazakov.
Seguono ‘I Capuleti e i Montecchi’ di Bellini con il maestro Evelino Pidò e la regia di Adrian Noble, ex direttore artistico della Royal Shakespeare Company, e Thaïs di Massenet con Lorenzo Viotti e la regia di Oliver Py, successore di Giorgio Strehler alla guida dell’Odéon di Parigi. Poi ancora La dama di picche di Cajkovskij diretta da Valery Gergiev, Adriana Lecouvreur di Cilea (nell’allestimento fatto da McVicar per la Royal Opera House in coproduzione con altri) diretta da Giampaolo Bisanti al debutto scaligero, la ripresa del Don Giovanni di Carsen, Ariadne auf Naxos che arriva dal festival di Salisburgo e segna il debutto al Piermarini di Michael Boder. Riccardo Chailly sarà di nuovo sul podio a maggio per Un ballo in maschera con la regia (altro debutto a Milano) di Marco Arturo Marelli, mentre per La Gioconda di Ponchielli torna Davide Livermore insieme, questa volta, a Frédéric Chaslin. Finalmente, dopo tre spostamenti, andrà in scena a giugno Rigoletto nel nuovo allestimento di Mario Martone, protagonista il mongolo Enkhbatyn Amartüvshin. Progetto Accademia Il matrimonio segreto di Cimarosa, e poi ancora Fedora con la regia di Martone e Fabio Armiliato. Per il ballo invece si inizierà con La bayadère di Nureyev, un trittico firmato da Dawson/Krats (su musiche dei Radiohead) e Kilian; Jewels di Balanchine, Sylvia (del direttore del ballo Legris); AferRites-Les noces di Wayne Mc Gregor per la scuola di Ballo, Giselle e Onegin. “Una bellissima stagione” ha assicurato Meyer. Vedere per credere.